ALLA MOBILITAZIONE CONTRO I FASCISMI DI SABATO 16
Sbarra: “Fermezza dello Stato e Patto sociale per contrastare clima di odio e di violenza.
“L’ assalto alla sede nazionale CGIL, è l’ultimo gravissimo atto di una lunga scia di minacce, intimidazioni, provocazioni che in questi mesi ha coinvolto anche tanti nostri dirigenti della Cisl e diverse strutture ad ogni livello”. Lo ha detto il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra. “Come nel passato non ci faremo intimidire da chi vuole riportare indietro l’orologio della storia. Il sindacato è un baluardo della nostra democrazia, custode dei valori sanciti nella nostra Costituzione. Le nostre sedi sono un presidio di libertà, di tutela dei principi sanciti nelle lotte per la democrazia, la giustizia sociale, il pluralismo delle idee. Occorre, da una parte, maggiore fermezza dello Stato nei confronti di chi fa della violenza e dell’apologia del fascismo la propria ragion d’essere. Ma dall’altro piano bisogna rispondere con la coesione sociale e l’unità del paese, costruendo nei prossimi giorni le condizioni di un grande patto sociale per il lavoro, la crescita, la lotta alle diseguaglianze sociali. Anche per queste ragioni la manifestazione unitaria di sabato a Piazza San Giovanni assume un significato di grande valenza sociale ed invitiamo alla mobilitazione ed alla partecipazione non solo i nostri iscritti ma anche tutti i cittadini e le tante forze sane e democratiche del nostro paese. Non sarà una manifestazione politica. Sarà una grande mobilitazione civile per riaffermare i valori della nostra Costituzione. Il coraggio della responsabilità è stato il motore della nostra battaglia per la diffusione della campagna vaccinale. Impegno che ci ha esposti tutti, ad ogni livello, all’attacco di gruppi estremisti e veri e propri movimenti neofascisti e neonazisti. Noi continueremo nella nostra strada, alzeremo un argine contro la violenza, respingendola, come abbiamo già fatto in passato contro il terrorismo, contro ogni forma di illegalità e di attacco alla nostra democrazia” conclude.